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Tipi di oro, come riconoscere le leghe autentiche

Quando si parla di tipi di oro, non ci si riferisce soltanto all’oro in senso generico, ma a varie leghe, colorazioni e gradi di purezza che ne determinano valore, resistenza ed estetica. Comprendere queste differenze è fondamentale per chi acquista, vende o investe in oro.

Per comprendere le dinamiche e far valutare il proprio oro bisogna rivolgersi sempre ad operatori specializzati capaci di effettuare un’analisi dettagliata degli oggetti preziosi. Per questo contatta oggi stesso il compro oro di Palermo Affarinoro, ottenendo così una valutazione aggiornata e dettagliata.

Valutare i tipi di oro: carati, millesimi e purezza

Il primo criterio per distinguere i vari tipi di oro riguarda la purezza. Si usa il sistema dei carati (indicato con “k” o “kt”) e il sistema in millesimi. Un carato corrisponde a 1/24 dell’intera lega: quindi l’oro 24 k (o oro 999) è quello più puro, con quasi il 100 % d’oro.

Molti gioielli invece sono realizzati in oro 18 carati (750 / 1000), in cui il 75 % è oro puro e il restante 25 % sono metalli aggiunti per conferire robustezza. Altre leghe diffuse includono l’oro 14 k (58,5 %) e l’oro 22 k (91,7 %).

La marchiatura obbligatoria sui gioielli in metallo prezioso serve proprio a indicare quel titolo (o punzone) che attesta quanti millesimi d’oro ci sono nella lega. In Italia, il punzone è disciplinato dal Decreto Legislativo 22 maggio 1999, n. 251 e dal DPR 30 maggio 2002, n. 150.

Oro giallo: il classico intramontabile tra i tipi di oro

L’oro giallo è la tipologia più nota e tradizionale. È ottenuto fondendo l’oro puro con leghe di rame, zinco o argento, che ne migliorano la resistenza pur mantenendo la tonalità calda dorata.  Questo tipo è apprezzato perché non tende a ossidarsi e conserva bene il colore anche nel tempo. Per chi ama lo stile classico e vuole un gioiello intempestivo, l’oro giallo rimane una delle scelte più sicure.

L’oro giallo è quello che più comunemente evochiamo pensando ai gioielli classici. In quanto metallo puro, l’oro naturale ha un colore giallo intenso, ma da solo è troppo malleabile per essere impiegato in gioielleria. Per renderlo più resistente, viene legato a metalli come rame, argento e zinco. Nelle leghe più diffuse, come l’oro 18 carati (detto anche oro 750), la proporzione è circa del 75 % di oro puro e 25 % di altri metalli, con tipiche suddivisioni come 12,5 % di argento e 12,5 % di rame o combinazioni simili.  Questa composizione conferisce all’oro giallo una tonalità calda e brillante, resistente ai graffi moderati e relativamente facile da mantenere. Poiché non richiede trattamenti superficiali (come placcature), il suo colore tende a durare nel tempo senza grandi variazioni, salvo usura o ossidazione locale.

Oro bianco: eleganza moderna tra i tipi di oro

L’oro bianco è ottenuto mescolando l’oro con metalli bianchi come palladio, nichel, argento o zinco, e spesso rivestito con rodio per esaltarne la lucentezza. Il rivestimento in rodio può consumarsi nel tempo, esponendo la lega sottostante che può apparire leggermente più gialla. È ideale per chi desidera un’alternativa dal gusto moderno e neutro rispetto ai toni gialli tradizionali.

L’oro bianco è un’alternativa elegante e moderna al giallo, dal colore argentato-chiaro. Anche l’oro bianco viene prodotto a partire da leghe contenenti oro puro, spesso ancora al 75 % nei modelli 18 carati, mentre il restante 25 % è costituito da metalli “bianchi” come nichel, palladio, argento, manganese o platino. Con il passare del tempo, tale placcatura può consumarsi, facendo emergere leggermente il colore più caldo della lega sottostante. Inoltre, le leghe che contengono nichel possono provocare reazioni allergiche in alcune persone, mentre l’uso del palladio nella lega originaria rende il metallo intrinsecamente più costoso e più “morbido” prima della placcatura.

Oro rosa, rosso e altre colorazioni dei tipi di oro

L’oro rosa (o rosato) ottiene la sua tinta calda aggiungendo rame in quantità maggiore nella lega. Il risultato è una tonalità che spazia dal rosa pallido al rosso dorato. Altro caso curioso è l’oro verde, che si ottiene mescolando una quantità più elevata di argento. Esistono anche leghe speciali come l’oro nero, ottenuto tramite trattamenti superficiali con rodio o ossidazione, che conferiscono un aspetto scuro e distintivo.

Queste varianti cromatiche non nascono da oro “differente”, ma da proporzioni e trattamenti della lega. L’oro rosa, talvolta chiamato anche oro rosé o oro rosso (a seconda dell’intensità della tonalità),  è apprezzato per la sua calda eleganza e per la sua sfumatura leggermente rosata, molto adatta a determinati gusti e stili.  In alcune versioni più intense, può essere presente una quantità maggiore di rame (fino al 25 %), riducendo o eliminando la parte di argento, per ottenere un rosso più marcato piuttosto che un rosa tenue.  Il rame conferisce robustezza alla lega e favorisce la sua resistenza all’usura, ma anche la tendenza a ossidarsi leggermente nel tempo, modificando lievemente la tonalità. L’oro rosa è abbastanza stabile nel colore e non richiede rivestimenti chimici, ma la composizione influirà sulla sfumatura e su eventuali variazioni cromatiche nel corso degli anni.

In tutte e tre le versioni, è fondamentale considerare che il “grado” (cioè i carati o i millesimi) determina quanto oro puro è presente nella lega. Leghe con carature inferiori (ad esempio oro 14 carati, che è circa il 58,5 % di oro puro) sono talvolta usate per gioielli più resistenti e meno costosi, ma comportano tonalità meno ricche. Alla fine, la scelta tra oro giallo, bianco o rosa dipende dal gusto personale, dal tipo di gioiello (anello, pendente, orecchino) e da considerazioni pratiche come la facilità di manutenzione o eventuali sensibilità ai metalli contenuti nelle leghe.

Come riconoscere i tipi di oro autentici

Un aspetto fondamentale è la riconoscibilità dell’oro autentico. In Italia i gioielli devono riportare il marchio del produttore e il titolo in millesimi, impressi come punzoni sulla superficie. Questi contrassegni sono la garanzia della purezza dichiarata e servono a tutelare il consumatore. In assenza di marchiature, è possibile ricorrere a test professionali come la prova con acido nitrico o strumenti più moderni come lo spettrometro XRF, utilizzato dagli operatori autorizzati. Conoscere questi strumenti di verifica è importante per evitare truffe e acquistare oro con la certezza della sua autenticità e del valore reale.

Applicazioni diverse: oro puro vs le leghe

L’oro 24 k (quasi puro) è troppo malleabile per molte applicazioni quotidiane o di gioielleria complessa. Si impiega di più nei lingotti e nelle monete da investimento, dove l’obiettivo è preservare il massimo contenuto d’oro.

Per i gioielli si preferiscono leghe (18 k, 14 k, 22 k) che sono più resistenti, mantengono forma e dettaglio e sopportano usura meccanica. Quando acquisti o vendi oro, è essenziale conoscere il tipo di oro (titolo in carati, colorazione, marchiatura) perché questo influisce direttamente sul valore e sulla commercialità del pezzo.

Conoscere i tipi di oro significa avere consapevolezza del metallo che si maneggia: oro puro o legato, classico giallo o varianti di colore, leghe più durevoli o più pregiate. In questo modo potrai orientarti con sicurezza nel mercato dell’oro, valutare offerte in modo consapevole e distinguere un buon affare da un rischio.

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